Perché ho iniziato questo progetto

C’è un momento, nella vita di chi fotografa, in cui le immagini iniziano a parlare da sole. Non c’è più bisogno di cercare il soggetto perfetto, né l’effetto spettacolare. Basta tornare a casa.
Ecco, il progetto “Il Lago d’Iseo – Racconto per immagini” è nato proprio così: tornando a casa.

L’ispirazione di questo progetto è nata perché fin da piccolo ho sempre visto il lago come abbandonato, soprattutto dalla gente del luogo e dei paesi limitrofi, che sembravano non dargli importanza. Forse era solo una mia suggestione, ma ho voluto interpretare il lago come arrabbiato, trascurato, poco valorizzato da chi lo abitava.

Ho camminato lungo queste rive, anche senza macchina fotografica. A volte solo per respirare, per ascoltare il rumore dell’acqua che accarezza i sassi, o per perdermi nella nebbia del mattino.
Poi un giorno ho sentito che quel silenzio meritava una voce.
E quella voce poteva essere il bianco e nero.
Una fotografia essenziale, spogliata del superfluo, capace di restituire la poesia delle piccole cose.

Non volevo raccontare il lago come cartolina turistica, ma come presenza interiore.
Un luogo dove il tempo sembra fermarsi, dove i ricordi si mescolano alla luce.
Così ho iniziato a fotografare, lentamente, senza fretta. E ogni scatto è diventato una parte di me.
Un’immagine alla volta, ho costruito un racconto che non parla solo del Lago d’Iseo, ma anche del mio sguardo su di esso.
Un diario silenzioso. Un omaggio personale a un luogo che, senza chiedere nulla, mi ha dato tanto.